sabato 8 giugno 2013

Bargnani: «Non penso al futuro, solo a star bene»

Bargnani: «Non penso al futuro, solo a star bene»

andrea bargnani raptorsA Toronto continua a tirare il vento della rivoluzione. L’arrivo come general manager di Masai Ujiri è stato solo il primo di una serie di cambiamenti che riguarderanno i Raptors del futuro. Tra i temi in discussione c’è anche la permanenza o meno nel roster canadese di Andrea Bargnani.
Incassato l’apprezzamento dello stesso Ujiri, il Mago per ora non vuole pensare troppo al futuro. Anche perché ancora legato da un anno di contratto. Tornato in Italia, dove a breve inizierà la preparazione degli Europei con la Nazionale azzurra, Bargnani ha fatto il punto della situazione in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. Una chiacchierata in cui ha parlato dei problemi che hanno condizionato l’ultima pessima stagione, del suo rapporto con Toronto, ma anche di Nazionale.
Facile trovare il leit motiv dell’ultimo campionato. «A causa dei problemi al gomito ho potuto giocare solo 30 partite su 90. E se uno è fuori e non può giocare, certamente non può fare molto. Diventa difficile avere un rendimento accettabile se non si riesce mai a trovare il ritmo giusto. Per questo le critiche che ho ricevuto lasciano il tempo che trovano».
Critiche ingenerose e che, insieme a tanti rumors di un futuro lontano dal Canada, hanno finito per minare la tranquillità del Mago. «Le voci influenzano, specie se sono tante, sarebbe ipocrita dire il contrario. Ma tanto cambia poco, non vale la pena distruggersi mentalmente perché non sono io a dover decidere. Io devo pensare solo a star bene, ad allenarmi al massimo e dare tutto sul campo. Le notizie di casa Raptors? Ovvio che sono interessato a ogni particolare che riguarda i movimenti della franchigia. Toronto è una città fantastica e l’organizzazione nel club è ottima. Del futuro non voglio parlare, ma attendo con fiducia buone notizie».
Mentre dall’altra parte dell’oceano sta per partire la finale tra Miami e San Antonio, a Bargnani non resta che fare da spettatore e pensare a tornare ai suoi livelli. «I playoff? Ormai anche i ricordi rischiano di affievolirsi, mi manca tanto l’atmosfera che si respira in queste partite, non solo negli Stati Uniti. L’altro giorno era a Roma a vedere la partita della Virtus e le sensazioni non sono tanto diverse. I miei obiettivi? Voglio continuare a crescere come ho sempre fatto. Ho iniziato dalla C2 per arrivare ad avere una media di 20 punti nell’NBA. Ora ho solo voglia di giocare, mi manca tanto l’agonismo e conto di ritrovarlo in Nazionale. All’Europeo proveremo a giocarci le nostre chance, sapendo di avere una squadra di grande talento, ma per far bene non basta questo, bisogna essere soprattutto una squadra».

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